Articolo di Luigi Masin
La semplicità disarmante con cui molti autori sono riusciti a creare vere e proprie opere fotografiche attraverso l’ utilizzo di fotocamere giocattolo, mi ha sempre attratto ed incuriosito.
Mi faccio sempre molte domande.
E cerco risposte!
Dove posso trovare tutte le risposte se non sperimentando con le stesse TOY CAMERA?
Ragionando sul fenomeno della Lomografia, termine che definisce un particolare approccio alla fotografia analogica e caratterizzato dall’impiego di una macchina fotografica a pellicola tradizionale 35 mm compatta, la LOMO, si potrebbe pensare che oramai non sia più soltanto un fenomeno di tendenza.
Parlando della Lomo devo dire che è una macchina fotografica completa, di produzione Russa degli anni Settanta poi ripresa da Lomography, ha diaframmi da F 2,8 a F 16 più la posizione automatica che si riferisce al tempo di scatto, messa a fuoco da 0,8 m all infinito, i tempi di scatto automatici in base ai diaframmi scelti.
Doppie o triple esposizioni, scelte di pellicole bianco nero o colore, scambi di sviluppo colore definiti CROSS PROCESSING per ottenere colorazioni particolari, poi ci sono le pellicole cinematografiche, le LOMO INSTANT.
Un mondo da scoprire in cui tuffarsi con curiosità e voglia di scoperta.
Ma chi l’ ha detto che è un gioco?
VENEZIA CON LA ZERO IMAGE CAMERA E PELLICOLA SUPER SCADUTA
e se vi piace l’ argomento potete cercare un buon libro