Articolo: Davide “canesciolto” Rossi     

 

Ed e così, in quarantena, nel periodo buio e misterioso in cui ci troviamo, che uno spazio anche piccolo da dedicare agli esperimenti fotografici, può rappresentare un’ oasi di salvezza creativa o una distrazione piacevole.

La cianotipia ad esempio, l’ antica tecnica di stampa dal colore blu, si presta ad una certa libertà creativa ed interpretativa, caratteristiche stimolanti per una ricerca.

Nel nostro laboratorio abbiamo realizzato dei cianotipi con una forte intensità tonale ed emotiva, prendendo dei fiori come soggetti.

 

 

Ma vediamo nelle varie fasi come raggiungere il risultato passo, passo.

FASE 1, SCATTARE UNA FOTO

preparazione dello scatto al soggetto scegliendo una luce morbida e uniforme che può essere naturale, attraverso una finestra o in ombra del sole, oppure artificiale, usando lampade filtrate con carta da forno o diffusori di altro genere facendo opportuna attenzione al calore della fonte luminosa

FASE 2, STAMPARE IL NEGATIVO

scatto fotografico in digitale, corretto opportunamente con un software che permetta di gestire i contrasti dell’ immagine, inversione in negativo e stampa su un acetato trasparente compatibile con stampanti ink jet o laser a seconda delle personali esigenze

FASE 3, LA PREPARAZIONE DELLA CARTA

preparare le soluzioni per la cianotipia, ricetta classica 20gr di citrato ferrico ammoniacale e 8gr di ferricianuro di potassio, sciolti separatamente e ciascuno in 100ml di acqua demineralizzata.
Le soluzioni si conservano per molto tempo se poste in bottigliette di vetro scure e a riparo dalla luce.
Si procede stendendo la quantità di emulsione necessaria per un foglio di cartoncino di nostra scelta, prendendo le soluzioni in quantità 1:1
Per maggiori info su come fare la cianotipia, è possibile scaricare gratuitamente il nostro cyanotype book a questo link: CYANOTYPE BOOK

 

 

 

FASE 4, L’ ESPOSIZIONE ALLA LUCE

è il momento di stampare, a questo punto si mettono a contatto il negativo in acetato con il foglio di carta emulsionato ed asciutto, in una cornice che li tiene in pressione, il torchietto, poi si espone il tutto ai raggi ultravioletti del sole o di una lampada per l’ abbronzatura.
Per quanto tempo?
Il tempo di esposizione agli UV è relativo alla distanza dalla fonte luminosa e alla potenza della stessa, è di aiuto fare qualche prova di stampa in modo da trovare la giusta esposizione.

FASE 5, IL LAVAGGIO

questo passaggio fa la differenza rispetto al consueto lavaggio in semplice acqua, la cianotipia acquista le densità finali solo ad asciugatura avvenuta.
Aggiungendo acido acetico o aceto di vino bianco in quantità di 100ml/l nel primo lavaggio ad esposizione avvenuta, è possibile ottenere una gamma tonale più elevata grazie all’ aumento di acidità nel processo, la cianotipia infatti rende tonalità più cariche con le carte acide, scoraggiando l’ uso di cartoncini artistici pregiati che invece sono acid free.

Il primo lavaggio in acido acetico va cambiato ad ogni stampa per non macchiare le alte luci

 

 

 

FASE 6, L’ OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE

il lavaggio acido consente una gestione più ampia dei risultati, è infatti possibile adottare standard che soddisfino i propri gusti variando le tempistiche dei lavaggi, i quali sono almeno due:
il primo con acido acetico,
il secondo e ultimo con semplice acqua

Ma il lavoro non è finito e bisogna ricordarsi che le stampe sono ultimate quando vengono presentate al meglio, Alberto ha preparato le sue cianotipie a tiratura limitata, montandole su passe-partout tagliati a misura.

Adesso siete pronti a creare le vostre?